A colloquio con il giovane docente maliano impegnato nella costruzione della pace attraverso l’istruzione

Costruire una cultura della pace, giorno dopo giorno, attraverso l’educazione e l’istruzione. Questa è la missione che anima l’operato di Georges Dougnon, un insegnante e blogger originario del Mali che con la sua azione sta animando una campagna di sensibilizzazione, mobilitazione e solidarietà nei confronti della sua terra che accusa il dramma dei conflitti tra gruppi etnici e il problema di tanti giovani sfollati impossibilitati a ricevere un’adeguata scolarizzazione.

La Fondazione Graziella – Angelo Gori ha conosciuto Georges quando era stato studente e docente di Rondine – Cittadella della Pace, potendo così entrare a conoscenza delle condizioni in cui versa il suo Paese e accogliendo l’invito ad appoggiare e sostenere il progetto Educ4Peace volto a sviluppare l’alfabetizzazione tra bambini e ragazzi come strumento di pace. «La sfida di Educ4Peace – spiega Georges, – è di creare una cultura favorevole allo sviluppo della pace attraverso gli strumenti forniti dall’educazione che può garantire la preparazione, la cultura e la sensibilità per arginare i conflitti. L’istruzione e la scolarizzazione possono guidare il cambiamento del Mali verso un futuro di pace, con una trasformazione creativa che può creare una resilienza ai conflitti e portare i ragazzi dalla guerra alla scuola».

Come hai maturato queste idee e queste consapevolezze?

«Io sono nato a Bandiagara, una zona di conflitto dove ho studiato in una scuola cattolica. Successivamente mi sono trasferito nella capitale del Mali, Bamako, dove ho frequentato l’università e la scuola di formazione per insegnanti, potendo poi dal 2014 lavorare come docente e arricchire la mia preparazione con un master in Giornalismo e Comunicazione. Nel 2018 ho vinto una borsa di studio che mi ha permesso di trasferirmi in Italia dove ho frequentato il corso di alta formazione “Global Diplomacy For Energy Transition In Africa” all’Università per Stranieri di Perugia e il master “Global Governance, Inter-Cultural Relations And Peace-Process Management” organizzato dall’Università di Siena con Rondine – Cittadella della Pace».

Eccoti, dunque, arrivare in terra d’Arezzo e vivere l’esperienza di Rondine.

«Rondine è stata un’esperienza particolarmente arricchente in termini di incontri e di formazione. Tra il 2018 e il 2020 ho avuto l’opportunità di essere trainer per le iniziative collegate al progetto Leader For Peace e sono stato docente di francese dei corsi del quarto anno dello Studentato: ho conosciuto tanti ragazzi, scoperto tante realtà e avanzato tanti progetti che rappresentano il punto di partenza di molte delle attività che sto attualmente conducendo».

Il percorso di Rondine è stato arricchito anche dalla partecipazione al progetto Rondine International Peace Lab di cui, attualmente, sei presidente.

«Questa è un’organizzazione internazionale nata con l’obiettivo di procedere ad una trasformazione creativa dei conflitti in ogni contesto attraverso l’esportazione del “Metodo Rondine”. Rondine International Peace Lab, di cui sono stato eletto presidente lo scorso 23 dicembre, è costituita dagli alunni dello studentato internazionale di Rondine che applicano gli strumenti e le professionalità acquisite nella promozione del dialogo, della coesistenza e di processi di pace in contesti di conflitto o post-conflitto: facciamo affidamento su una rete di “leader di pace” e di ragazzi che, terminata la formazione in Italia, tornano nel loro Paesi per mettere in pratica le strategie apprese e le relazioni create. La nostra è un’azione di peacebuilding che mira a promuovere progetti e processi per la risoluzione dei conflitti armati per stabilire una pace sostenibile e assicurare la protezione di diritti umani».

Chiudiamo con il tuo progetto: ci parli di Educ4Peace?

«Questo progetto è nato ancor prima di venire in Italia e ambisce a portare una soluzione al problema concreto dell’istruzione e dell’educazione in Mali, con l’obiettivo di costruire una coesione sociale e una cultura favorevoli all’affermazione della pace. Per riuscirvi puntiamo sulla scuola perché questa può porre le basi per contrastare i conflitti tra i gruppi etnici del Paese. Il sostegno arrivato da singole persone o da intere associazioni, tra cui la Fondazione Graziella – Angelo Gori, ha già permesso di raggiungere importanti risultati».

A cosa ambisce, in sintesi, Educ4Peace?

“L’impegno condiviso è di strutturare iniziative di sensibilizzazione e di raccolta fondi che permettano di favorire la scolarizzazione dei giovani di diverse città del Mali che sono attualmente sfollati a causa del conflitto, prevedendo l’acquisto di kit scolastici, libri, quaderni o altro materiale didattico. Lavorare a 360° su tematiche culturali, ambientali, formative ed educazionali con i giovani è la strada giusta per la costruzione della pace».