I gemelli Hassan e Seyni

Qualche settimana fa, verso la metà di settembre, è venuta a cercarci in mattinata una mamma con due gemelli, uno dei quali allo stremo. Aveva perso un seno a causa di una mastite trascurata ed il gemello più forte, Hassan, svuotava in fretto l’unico rimasto obbligando Seiny, il fratellino, al digiuno forzato. Nonostante le nostre difficoltà finanziarie pensai che invece di comprarle una scatola di latte in polvere alla farmacia (sarebbe bastato per una settimana) sarebbe stato meglio comprarle una capra con il capretto, al prezzo di 40.000Fr (60€). Alla sera, durante la messa, pensavo a quella mamma, ai due gemelli, specialmente a quello malnutrito di cui potete vedere la foto. Ero contento di aver contribuito a salvargli la vita, ma nello stesso tempo, data la mancanza di fondi e il debito con la diocesi di Niamey, pregavo il Signore non ci inviasse altre mamme sofferenti come quella del mattino! All’ uscita dalla messa mi aspettavano due donne; conoscenze del vecchio quartiere venute alla missione per aiutare una giovane amica. Seguendo il filo della ‘preghiera’ durante la messa, stanco per la fatica della giornata per il susseguirsi degli incontri (soprattutto di ragazzi e ragazze sfortunati che vorremmo aiutare a studiare perché non finiscano sulla strada o date in spose, meno che sedicenni al primo uomo disposto ad offrire una buona dote, magari come seconde o terze mogli) dico loro che non è proprio il momento di venire anche alla fine della giornata; dico che anche noi abbiamo diritto ad un momento di pace e soprattutto spiego che non abbiamo i mezzi per aiutare tutti coloro che chiedono aiuto, ecc. ecc. ! Partono con il sorriso rassegnato mentre io mi sento sollevato di fronte nuova incombenza. Il sollievo durerà solo qualche minuto: torneranno con una terza donna, meno di venti anni d’età. Aveva partorito da appena due settimane. Muta, lo sguardo assente, coperta da un panno sporco di sangue e di pus, accompagnata da cattivo odore, aveva entrambe le mammelle sfigurate, come se fossero scoppiate, con la pelle staccata alla mammella destra e in buona parte anche alla mammella sinistra. Non potevo abbandonarla a se stessa! Decisi di cenare e portarla subito dopo all’ Ospedale: rientrai verso mezzanotte, tra attesa e ricerca delle medicine nelle farmacie della città. Lasciata sola sarebbe morta entro 4 o 5 giorni in seguito all’ anemia, così mi disse il chirurgo che il giorno dopo intervenne per raschiare i due seni. Presa in carico dalla missione ha lasciato l’ospedale da una settimana: il latte è ritornato. L’ultima volta che l’ho vista, quindici giorni fa, sorrideva e ringraziava! Per poter recuperare il capezzolo ha bisogno di un piccolo intervento di chirurgia plastica per poter allattare i figli che il Signore le donerà in futuro. La porteremo alla capitale la prossima settimana e non sappiamo quanto chiederà il chirurgo! Finora la sua degenza è costata 150.000 fr. (230 €), ma la settimana scorsa abbiamo deciso di comprare una capra anche per il suo bambino! Ha avuto fortuna, lui con sua madre, tanti altri invece non hanno trovato la strada della missione, ma anche se l’avessero trovata non avrebbero potuto ricevere lo stesso sostegno. Quale contrasto tra le possibilità di questa gente e l’eccesso dei ‘seni rifatti’ di casa nostra?! La sera del ricovero di questa giovane donna, mentre cercavo di reagire all’ arroganza di un’infermiera senza pietà e ringraziavo il Signore per la disponibilità del dr. Ibrahim, il chirurgo di guardia, ero tentato di dire che il Signore non aveva ascoltato le mie preghiere durante la messa! Nello stesso tempo mi era sempre più chiaro che aveva ascoltato quella di queste due mamme, ma per rispondere gli serviva un aiutante con qualche soldo, proprio come il buon samaritano della parabola. Ho pensato anche al progetto del nostro Dispensario e al bene che potrebbe fare educando le giovani mamme ad affrontare, e prevenire, le complicazioni del parto.

(Padre Domenico Arioli)