Maigari e Abdul, nascere a Dosso

Don Davide Scalmanini racconta le emozioni
e le curiosità di una nuova nascita in Niger
i primi di Marzo

Tante emozioni e tante belle storie da raccontare. Giorno dopo giorno, l’impegno in Niger della Fondazione Graziella Angelo Gori Onlus si arricchisce con le testimonianze e i racconti di don Domenico Arioli e don Davide Scalmanini, missionari attivi nel Paese africano per promuovere lo sviluppo e la crescita della popolazione locale. Nelle ultime settimane i due parroci sono stati protagonisti di un doppio miracolo avvenuto nel giro di poche ore: il miracolo della pioggia che ha messo fine alla siccità e il miracolo dello sbocciare di una nuova vita nel comune rurale di Dosso. Di seguito riportiamo l’incredibile racconto di Don Davide.

“Mary, la nostra assistente sociale, aveva dei problemi alla casa e mi chiese se lei e i suoi quattro figli potevano passare la notte nella nostra missione. Avrebbero dormito nel cortile: in Niger il periodo delle piogge tardava ad arrivare e c’era ancora un caldo torrido, con le temperature che la notte superavano i 40°, così ancora dormivamo tutti all’aperto. I bambini di Mary giocano a lungo nel cortile fino a che, alle 23.00, tutti dormono e nella missione cala un dolce silenzio. Solo in quel momento trovo il tempo di sedermi e di darmi alla lettura, rinfrescato da un piacevole vento che aveva iniziato a soffiare e che rinfrescava la notte. Poco dopo mezzanotte il vento si alza e nell’aria percepisco un certo profumo di sabbia. Dentro di me scatta immediato un allarme: si sta avvicinando una tempesta di sabbia. Immediatamente corro a svegliare Mary e i suoi bambini per farli entrare nel salone della missione portando con sé materassi, stuoie e lenzuoli.

Il tempo di chiudere le finestre e le porte, e in pochi minuti siamo immersi in una nebbia di sabbia.
Grazie a Dio, il forte vento è accompagnato anche da nuvole di pioggia, così dopo una ventina di minuti la tempesta di sabbia è seguita da una forte tempesta d’acqua. L’acqua rinfresca il Niger e lo tinge di verde, ma era ormai da nove mesi che mancava una pioggia: un’attesa lunga quanto quella di un bambino che deve nascere. Una pioggia che ha portato gioia quanto la nascita di un bambino.
Stanco ma contento, alle 3.30 decido che anche per me è giunto il momento di dormire. Nel pieno sonno mi sento chiamare: «Père Davide, père Davide. S’il vous plait», cioè «Padre Davide, padre Davide. Per favore». Non apro gli occhi perché credo sia un sogno, ma la voce continua con insistenza così mi alzo e accanto a me trovo Maigari, il factotum della missione. Mi urla che sua moglie Mamata sta partorendo e che ha bisogno di esser portata con urgenza all’ospedale. Lui deve stare a casa con gli altri bimbi piccoli dunque io, sotto un’acqua torrenziale, vado a prendere la donna con la macchina: arriviamo in ospedale, la porto in reparto, la sorreggo in piedi ma non trovo nessuno. Mi agito e grido fino a che non arriva un’infermiera che era chiusa in uno stanzino a dormire. Quando ricoverano Mamata sono le 4.30, l’ora in cui posso tornare a casa e addormentarmi in cortile su una sdraio di legno. Dopo qualche settimana la missione deve rinnovare a Maigari il contratto di lavoro. Tra le date di nascita dei suoi figli, mi manca quella dell’ultima nata così la chiedo a Maigari che mi guarda pensieroso e indeciso. Io, ridendo, gli dico: «Ma come puoi dimenticare la data di tua figlia?». Lui mi guarda e mi risponde: «Père Davide, come posso saperla? Mia moglie in ospedale non l’ho portata io: dovresti essere tu a ricordarti la data».


La storia di Maigari mi ha fatto tornare alla mente quella di Abdul, un giovane che tutte le mattine viene a trovarci alla missione. Una mattina incuriosito gli chiedo: «Abdul, quanti anni hai?». Lui mi risponde che non lo sa: sua mamma si ricorda solo che era la stagione calda e che suo nonno era ancora vivo. Dopo qualche settimana torna da me e, tutto contento, mi dice che in giornata avrebbe saputo quando era nato. Io incuriosito gli ho chiesto: «Come farai a saperlo?». La sua risposta è tanto semplice quanto spiazzante: «Questa mattina vado in Comune con due miei amici e decido il giorno in cui sono nato». Anche questo è il Niger: un Paese in cui è sufficiente andare in Comune con due testimoni per stabilire all’anagrafe la tua data di nascita”.